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Mostre di Minerali

La Mostra di Minerali di Grugliasco: le mie impressioni

Il 29 gennaio 2023 ho visitato la XVIII edizione della Mostra di Minerali di Grugliasco, allestita, come ogni anno, presso il Parco “Le Serre” a Grugliasco, in Provincia di Torino.

É una fiera che di solito non mancavo di visitare anche se ormai, causa COVID e altri impegni pregressi, mancavo dall’edizione del 2018. Sono stata molto contenta di ritornarci: ho rivisto vecchi amici espositori e fatto pubblicità alla Mostra Mineralpavia (da me organizzata) ma, soprattutto, ho acquistato dei pezzi molto importanti per la mia collezione.

Dato che sono nella fase “apofillite”, ho prediletto acquisti di questo genere: e così ho acquistato un lotto di tre campioni di notevoli dimensioni (cabinet) presso un venditore che è stato molto gentile e mi ha lasciato il lotto a un prezzo davvero irrisorio. Oltre a ciò ho acquistato un altro piccolo campione di apofillite, un campione di demantoide con asbesto e un campione di quarzo fumé associato a granati spessartina-hessonite.

Devo ammettere che la fiera per me è stata molto proficua: ho fatto ottimi affari e ho davvero rimpolpato la collezione, soprattutto di apofilliti.

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L’affluenza è stata davvero ricca: di domenica spesso erano presenti contemporaneamente anche 200 e più persone, tra curiosi, collezionisti, famiglie e non solo. Il tutto si è svolto con un impeccabile servizio di assistenza e mantenendo le distanze adeguate tra espositori e visitatori.

Devo però fare un appunto: ho notato che i campioni proposti erano più cari rispetto alla media, opinione condivisa anche dai miei accompagnatori, alcuni amici e soci dell’Associazione Mineralogica e Paleontologica Pavese con cui sono solita visitare questo tipo di manifestazioni. Forse il prezzo aumentato della postazione o forse un generale rincaro dei prezzi, anche dei minerali, chi lo sa: fatto sta che alcuni campioni che avrei voluto acquistare a un prezzo congruo non sono riuscita a “strapparli”: in particolare un campione di acquamarina e uno di apofillite di due diversi venditori. Peccato ma devo dire che sono comunque molto soddisfatta di ciò che ho portato a casa.

In conclusione sono dell’opinione che la Mostra di Minerali di Grugliasco sia un appuntamento da non perdere per gli appassionati: nonostante la distanza da Pavia devo dire che vale proprio la pena visitare questa mostra, di modeste dimensioni ma davvero ricchissima di espositori sia della zona torinese che dal Piemonte, Toscana e dalla Lombardia.

Di seguito uno sguardo ad alcuni campioni acquistati:

Apofillite

L’apofillite

L’apofillite è solo l’ultimo dei minerali entrati di diritto nella mia collezione: nonostante mi abbia sempre molto affascinata non era scattata ancora la scintilla riguardo a questo strano e particolare minerale, fino al 2022, quando acquistai un campione davvero di pregio a un ottimo prezzo.

L’apofillite è un minerale facente parte del gruppo dei silicati, in particolare dei fillosilicati, con una struttura tuttavia anomala rispetto agli membri della stessa famiglia.

Appartenente al sistema tetragonale, si presenta con cristalli dall’habitus allungato, di solito ben formati, spesso singoli o a raggiera, di colore variabile ma, per la maggior parte dei casi, con sfumature tendenti all’azzurro chiaro e al verde, colorazione dovuta al Vanadio tetravalente. Da sottolineare anche la presenza di alcuni campioni di color verde scuro – azzurro scuro chiamate commercialmente “Marshy“: le apofilliti con questo nome sono ricche di inclusioni di clorite che ne determinano il colore.

La sua formula generale è AB4[Si8O22]X · 8H2O e la varietà più comune è la cosiddetta fluoroapofillite con formula KCa4[Si8O22]F . 8H2O.

Da notarsi la presenza del Potassio nel sito A e del Fluoro nel sito X che ne determina il nome. Quando ci riferiamo all’apofillite spesso infatti ci riferiamo a questa varietà a causa della sua abbondanza e preponderanza.

Questo minerale è di origine idrotermale e viene rinvenuto spesso all’interno di rocce basaltiche, oltre che in rocce granitiche intrusive e in rocce agpaitiche.

Con una lucentezza perlacea e trasparenza variabile, l’apofillite è uno dei minerali più apprezzati dai collezionisti: grazie alla sua abbondanza e alle dimensioni che possono raggiungere i cristalli, questo minerale è spesso presente all’interno delle esposizioni mineralogiche e nei musei.

I campioni più conosciuti e apprezzati sono quelli provenienti dall’India, in particolare dal distretto di Pune: da questa zona infatti vengono estratti campioni assolutamente apprezzabili, spesso di dimensioni cabinet o museali, associati con altri minerali tipici della zona come stilbite, scolecite, quarzo e calcedonio. I colori di queste apofilliti sono spesso tendenti all’azzurro e al verde e hanno un’ottima saturazione. Altri campioni apprezzabili sono stati trovati negli USA e in Islanda.


L’apofillite per me è un minerale dolceamaro: l’ho sempre visto nelle mostre ma non ho avuto mai l’occasione, fino al 2022, di potermi interfacciare con essa.

Nonostante siano molti i venditori che propongono questo minerale presenti nelle manifestazioni, non era mai scattato quel “quid” che mi spingesse ad acquistare questi minerali: forse non avevo mai trovato pezzi che mi intrigassero veramente, forse i prezzi abbastanza alti mi hanno fatto sempre desistere, fatto sta che l’occasione si è presentata presso la quinta edizione di MINERALPAVIA (la fiera mineralogica che ogni anno organizzo): e qui il colpo di fulmine è scoccato.

Da questo momento in poi non ho più potuto fare a meno di cercare nuove apofilliti, dalle dimensioni sempre più importanti e dal colore sempre più vivo: al contrario di ciò che accade con altri minerali, l’apofillite produce cristalli perfettamente strutturati anche quando è in notevoli dimensioni. Se spesso adotto la regola del “piccolo è bello” per la mia collezione, con questo minerale ho fatto proprio un’inversione di rotta.

Oggi la mia collezione conta 12 campioni, tutti provenienti dall’India, ed è in continuo arricchimento: in particolare, sono alla ricerca di campioni con cristalli globulari e ben formati provenienti da Nashik e dalla zona della Piana del Deccan.

Di seguito le fotografie dei campioni della mia collezione (clicca su ognuna per ingrandirla):

Ciclosilicati

La tormalina

Un posto rilevante nella mia collezione è occupato da un minerale quasi leggendario per colorazione e forma: la tormalina.

Le tormaline formano un gruppo a sé stante di minerali appartenenti alla classe dei silicati, in particolare sono dei ciclosilicati, ben rappresentata da parecchi campioni della collezione. Il suo nome deriva dal cingalese “turmali” che significa “pietra di vari colori“, la caratteristica più evidente di questo minerale.

Benché si tratti di un supergruppo molto variegato non sono molte le varietà che oggi vengono collezionate: la più famosa, e forse la più ricercata, è l’elbaite, originaria dall’Isola d’Elba da cui derivano la rubellite, dal colore rosa-rosso accesso e l’indicolite, di colore azzurro-bluastro. Segue poi la schorlite, di colore marrone intenso-nero, e le tormaline policrome come la water melon, dai colori rosa, bianco e verde.

Il colore dipende dalla sua composizione chimica e può non essere uniforme in tutto il cristallo, in particolare per le policrome e le elbaiti. La formula generale delle tormaline è molto complessa:

(Na+,K+,Ca2+)(Li+,Mg2+,Fe2+,Al3+,Ti4+,Mn2+)3 (Al3+,Cr3+,Fe3+,V3+)6 (BO3)3[Si6O18](OH)4

Da notarsi la notevole varietà degli elementi chimici che possono entrare nella struttura e la presenza del Boro in coordinazione 3 che conferisce il tipico aspetto prismatico dei cristalli.

Le tormaline sono tra i minerali più ricercati dai collezionisti: grazie ai colori intensi e alle notevoli dimensioni che i cristalli possono raggiungere non è difficile capire perché, a livello estetico, questi minerali abbiano pochi rivali. Di notevole pregio sono anche le gemme da loro ricavate: molte sono state utilizzate storicamente per adornare gioielli di pregio delle famiglie reali europee.

La tormalina è un minerale accessorio che si trova sia nelle rocce magmatiche che in quelle metamorfiche, molto abbondante nelle pegmatiti e spesso associata ad altri minerali eccezionali, come i berilli (in particolare nella varietà acquamarina) e i quarzi.

Le varietà più limpide e pregiate provengono dall’Isola d’Elba – Italia, dal distretto di Minas Gerais – Brasile, dai Monti Urali e dal Madagascar: soprattutto il Brasile ha storicamente prodotto cristalli museali di notevoli dimensioni (anche di 20-30 centimetri e oltre) oggi custodite in musei o in collezioni private.


Se si vuole fare colpo sui profani si devono mostrare fotografie di tormaline” – ricorderò per sempre queste parole del mio Professore di Mineralogia Sistematica il quale mi ha fatto letteralmente cascare la mascella quando abbiamo affrontato insieme il “capitolo tormaline”: un minerale così eccezionale, dalla forma lineare e perfetta, non poteva non trovare posto all’interno della mia collezione, nella sezione dedicata all’ordine dei ciclosilocati.

La mia collezione conta ad oggi più di 30 campioni di diverse dimensioni (dal thumbnail al cabinet) e colorazioni: molte di esse arrivano dal Pakistan e dal Brasile, due Paesi che continuano a incantare i collezionisti grazie ai loro pezzi pregevoli.

I campioni che preferisco sono di colore acceso e con sfumature variabili anche all’interno del cristallo che deve essere, preferibilmente, biterminato o comunque con poche imperfezioni; questi poi devono ospitare una buona quantità di matrice, in modo da essere contestualizzati e più interessanti anche a livello sistematico.

Di seguito le fotografie dei campioni della mia collezione (clicca su ognuna per ingrandirla):

Granati

Il demantoide

Il primo articolo riguardante la mia collezione non poteva che riguardare il minerale fulcro della mia collezione: il granato andradite varietà demantoide.

Si tratta di un granato di colore verde con sfumature di verde intenso o di giallo a seconda della quantità di elementi cromofori, ricco in calcio.

É una varietà di andradite e quindi facente parte della serie della “Ugrandite“: insieme all’uvarovite (ormai considerata da molti studiosi un demantoide più ricca in cromo) e la grossularia è infatti un granato che possiede il calcio come elemento nel sito X.

Ricordo infatti che la formula dei granati è la seguente X₃Y₂(SiO₄)₃ e in particolare quella dell’andradite varietà demantoide Ca3Fe2(SiO4)3.

Il demantoide, chiamato in questo modo perché un indice di dispersione della luce più alto di quello del diamante, è stata storicamente la gemma degli Zar: individuata per la prima volta in Russia, si è imposta subito nel mercato gemmologico come minerale pregiato e imperiale, amato dai sovrani inglesi quanto da quelli russi.

Oggi sappiamo che non esistono soltanto i demantoidi russi (per nostra fortuna) ma, nonostante la scoperta di numerosi altri siti di estrazione, questo minerale è tra i più ambiti dai collezionisti, specie se apprezzano granati e campioni dalle forme simmetriche.


Posso ben dire “galeotto fu il demantoide“: è infatti osservando la foto di uno di questi meravigliosi minerali, in particolare un campione della Val Malenco, che la mia passione è scoppiata, travolgente e potente. Da quel momento ho desiderato ardentemente di scrivere la mia tesi di laurea magistrale a riguardo e devo ammettere che farlo è stata un’enorme soddisfazione, una delle più intense della mia vita.

Oggi la mia collezione conta più 20 campioni di demantoidi: molti non sono propriamente estetici ma hanno un alto valore sistematico grazie al fatto che provengono da siti che hanno prodotto pochissimo materiale e che sono stati da me analizzati attraverso varie analisi non distruttive e distruttive.

I campioni che prediligo provengono da due siti mineralogicamente molto famosi e valevoli: Val Malenco, in Lombardia (Italia), e Antetezambato in Madagascar. Sebbene questi due siti producano demantoidi totalmente diversi è difficile uguagliare la loro bellezza e l’intensità dei loro colori.

Di seguito le fotografie dei campioni della mia collezione (clicca su ognuna per ingrandirla):